FAQ
Con #25xtutti come cambia il sistema fiscale?
Diventa più semplice: una sola aliquota – il 25% – per tutte le imposte principali. Alcune imposte come IRAP e IMU vengono eliminate.
Diventa più efficiente: il carico tributario viene spostato dalla imposizione diretta a quella indiretta, diminuisce quindi l’effetto distorsivo sulle scelte delle singole persone.
Diventa più equo: si sostiene il reddito dei contribuenti incapienti e si offre un aiuto concreto a tutti coloro che non ce la fanno.
Diventa più efficiente: il carico tributario viene spostato dalla imposizione diretta a quella indiretta, diminuisce quindi l’effetto distorsivo sulle scelte delle singole persone.
Diventa più equo: si sostiene il reddito dei contribuenti incapienti e si offre un aiuto concreto a tutti coloro che non ce la fanno.
Con #25xtutti scende la pressione fiscale?
Sì. Di quattro punti percentuali: dal 43 al 39%. Il che porterebbe l’Italia a raggiungere la media europea.
L’articolo 53 della Costituzione Italiana recita che “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Come si concilia con questo la proposta #25xtutti ?
La Costituzione non dice che l’unica possibile progressività è quella per scaglioni (aliquote crescenti al crescere del reddito). La Costituzione esige semplicemente che la progressività ci sia, ovvero che il sistema fiscale nel suo complesso sia progressivo. La proposta #25%pertutti non intacca la progressività del sistema fiscale: adotta una progressività per deduzione (deduzione fissa e, oltre un certo livello di reddito, decrescente).
Quali sono i benefici per le persone a basso reddito.
Per le famiglie in condizioni di grave disagio economico (il cui reddito non arriva al “minimo vitale”) è prevista una integrazione fino al livello del “minimo vitale”, per consentire a tutti una vita dignitosa. Per le famiglie il cui reddito va oltre il “minimo vitale” ma è insufficiente perché si paghi una imposta (i cosiddetti “incapienti” che oggi vengono interamente trascurati) è prevista una integrazione del reddito. Uno dei due obiettivi del progetto #25%pertutti è proprio il sostegno delle famiglie in difficoltà: l’altro è ovviamente la riduzione generale della pressione fiscale.
Cosa cambierebbe per l’Iva? Salirebbe anch’essa al 25%?
In realtà già la legge di bilancio per il 2017 porta l’Iva al 25% dal 2018. La proposta #25pertutti non tocca il livello di quest’imposta, ma abbassa la pressione fiscale nel suo complesso.
Cosa ne sarebbe dei tributi locali?
Sparirebbe l’IMU (verrebbero tassate infatti le rendite catastali in sede Irpef). La Tasi sarebbe sostituita da una nuova imposta sui servizi urbani legata anche alla qualità dei servizi offerti dai comuni.
Sono previsti dei vantaggi per le famiglie numerose e le categorie svantaggiate?
Sì, e anche molto significativi. Il “minimo vitale” (e quindi il livello di reddito esente) aumenta all’aumentare della numerosità familiare e tiene conto di situazioni particolari (la presenza di minori in famiglia, la presenza di anziani non autosufficienti, il fatto che ambedue i genitori lavorino, ecc.)
La flat tax al 25% comporterebbe un introito complessivo inferiore per lo Stato? In tal caso, come verrebbe coperto?
#25xtutti richiede di fare sul serio con la spending review. Le risorse necessarie verrebbero dal completamento della revisione della spesa avviata da Carlo Cottarelli e Roberto Perotti e, contestualmente, dall’eliminazione di tutte le spese (”fiscali” e non) che verrebbero rese superflue dalla introduzione del “minimo vitale”.
Cosa accade, con #25xtutti, alla tassazione d’impresa?
Il carico fiscale complessivo si ridurrebbe di circa quattro punti percentuali per via della eliminazione dell’Irap.